cav. dott. Leonardo Di Ascenzo, MD, PhD
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by Leonardo Di Ascenzo, 2021
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Counseling di coppia
Iproblemi relativi alla sfera sessuale affliggono una gran parte dei pazienti con malattie cardiovascolari, tanto che dopo un evento cardiaco, in particolare se acuto (per cardiopatia ischemica o scompenso cardiaco) o dopo impianto di pacemaker, defibrillatore o intervento cardiochirurgico molti di essi non riprendono per nulla la loro precedente attività sessuale.
Un evento cardiaco non dovrebbe significare invece la fine dell’intimità.
Numerosi fattori, da soli o in associazione, possono influenzare la ripresa dell’attività sessuale dopo un evento cardiologico acuto.
Questo spiega il gran numero di pazienti, di entrambi i sessi, con manifestazioni di disfunzione sessuale, dei quali però pochi hanno in realtà specifiche motivazioni fisiche tali da limitare o abolire i rapporti sessuali: ansia, depressione, timore che il rapporto sessuale possa aggravare la propria cardiopatia attivando eventi cardiaci acuti e persino causare una morte improvvisa, infatti, possono compromettere la ripresa di una regolare vita sessuale molto più della stessa malattia cardiaca.
La sessualità è una componente critica della qualità della vita anche nei cardiopatici e nei loro partner; numerosi pazienti, in particolare quelli più giovani con cardiopatia ischemica acuta, sentono molto tale problema. Già durante il ricovero in reparto, superato il timore della morte, essi si pongono degli interrogativi sul proprio futuro come: potrò riprendere la mia vita sessuale, potrò avere disturbi durante il rapporto sessuale, potrò usare la trinitrina in caso di dolore al petto, potrò ancora usare gli inibitori della fosfodiesterasi-5?
Tutta una serie di domande alle quali qualcuno dovrebbe rispondere.
Spesso, tuttavia, i Cardiologi e gli infermieri dei reparti cardiologici, presi dall’ansia di salvare il miocardio e la stessa vita dei pazienti, dimenticano questi e altri problemi della precedente vita quotidiana e sociale che l’episodio ischemico acuto ha interrotto bruscamente.
Eleonor Steinke e i suoi collaboratori affermano che i Cardiologi sono in genere riluttanti a discutere di sesso con i pazienti (in particolare se di sesso femminile), anche se le donne e i giovani sono più propensi a parlarne. Invece medici, infermieri e tutto il personale, sia durante la fase acuta sia nel corso della riabilitazione, devono giocare un ruolo importante anche nella consulenza relativa alla vita sessuale: per tale motivo devono essere informati e formati sulle modalità più idonee per affrontare anche le problematiche relative all’attività sessuale dei pazienti.
Recenti Linee Guida forniscono il razionale per affrontare molte questioni quali i tempi della ripresa sessuale, la sicurezza e la valutazione specifica individuale, perché molti pazienti e i loro partner hanno bisogno di un counseling sessuale e desiderano parlare di quest’argomento con gli operatori sanitari.
Perciò all’interno del programma riabilitativo, accanto alla stratificazione del rischio clinico, é necessaria anche la consulenza sessuale, eventualmente con la collaborazione di esperti di altre discipline (urologia, ginecologia, medicina sessuale, psicologia, psichiatria ecc.) con un approccio di squadra, multidisciplinare.
Tale counseling sembra avere un effetto importante sulla ripresa sessuale nel cardiopatico.
I Cardiologi e il personale infermieristico, in conclusione, devono anzitutto cambiare mentalità, respingendo miti e stereotipi, perché il sesso e l’intimità sono aspetti importanti della vita: perciò il Cardiologo deve affrontare anche la salute sessuale dei suoi pazienti che, anche se malati, possono essere interessati alla vita sessuale e pertanto devono acquisire conoscenze sull’attività sessuale e l’impatto che hanno su di essa la cardiopatia e gli stessi farmaci utilizzati per curarla.